TERAMO – Polo scolastico: continuano le polemiche del centrosinistra. Ad intervenire nella querelle sollevata dal Pd, stavolta è il capogruppo di Rifondazione comunista Sandro Santacroce, che critica le scelte dell’amministrazione comunale. “Ancora una volta – afferma Santacroce – incuranti degli impegni presi con la città ed il Consiglio Comunale, hanno deciso di distruggere uno dei luoghi più belli della nostra immediata periferia: la zona sottostante il vecchio stadio Comunale”. Santacroce accusa la Giunta di non aver rispettato quanto detto in Consiglio comunale, dove “hanno assicurato l’apertura di un confronto con tutta la città per decidere sull’allocazione dei poli scolastici , sul loro numero: eccoci presi in giro, a decidere è ancora il privato”. Per Santacroce si prospetta una situazione inaccettabile: “cessione delle scuole storiche, strutture in pieno centro e, realizzazione del fantomatico Campus in periferia ripetendo il medesimo errore della sede Universitaria realizzata in Coste Sant’ Agostino di cui oggi tutti si lamentano per il decentramento che ha impoverito l’intera città”. Romanelli però respinge le accuse, e ricorda le priorità dell’amministrazione. “Lo svecchiamento e la messa in sicurezza degli edifici scolastici sono il nostro ed unico scopo – afferma Romanelli – e abbiamo bisogno di farlo con l’aiuto dei privati. Non stiamo svendendo niente e il paragone con l’Università, di cui anch’io non condivido l’ubicazione, mi sembra molto poco calzante, visto che comunque si tratta di una zona a due passi dal centro storico. Stiamo procedendo per step: ieri abbiamo avuto la Conferenza dei servizi per discutere il progetto in maniera concreta e fattiva, in tutte le nostre scelte, anche quelle dei cosiddetti mini poli abbiamo anche coinvolto l’Ufficio scolastico provinciale e chi ogni giorno lavora all’interno della scuola”. Romanelli lancia infine un invito ai consiglieri di centrosinistra. “Noi abbiamo aperto un dibattito – conclude – se, invece di fare critiche strumentali, volessero proporre alternative concrete e realizzabili siamo aperti al dialogo. In ogni caso vorrei che lavorassero con noi, e non contro, anche perché si tratta di programmare il futuro”.
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